racconti incesto madre figlio Il convegno
666racconti incesto madre figlio Da colleghi ci ritroviamo a una noiosissima conferenza organizzata al centro convegni più importante della città, in una tenebrosa aula magna dove un tempo noi universitari seguivamo i corsi pù affollati e discutevamo le tesi di laurea.L’argomento della mattinata non è del più accattivanti. Ci rifugiamo dapprima in un coffee break arricchito da tante piccole prelibatezze di pasticceria napoletana. Poi facciamo un salto sul lungomare per un quarto d’ora di sole “tonificante e rilassante”.Alla fine saliamo nuovamente in sala. Prendiamo posto tra le ultime file, davanti a noi un’altra trentina di persone sparpagliate tra le prime file, tutte più o meno attratte dalle parole e dalle slide dei relatori.Ti lancio un’idea, una cosa a metà tra un giochino e una sfida: tu sollevi appena un po’ il bacino, io infilo una mano tra il tuo sedere e il velluto della poltrona e… vediamo che succede.Mi rispondi con uno sguardo che significa qualcosa di molto vicino a “Ma sei pazzo!”, ma dal tuo sorriso intuisco che il tono è tutt’altro che risentito.Appoggio il mio giubbotto sulla poltrona davanti a me, tu togli il tuo giaccone appoggiandolo invece sulle gambe. Abbiamo creato una sorta di schermo, più immaginario che reale, tra noi e il resto della sala, anche se sappiamo entrambi che non serve.Nel sollevare il bacino verso l’alto alzi di qualche centrimetro anche la tua gonna, e subito senti che la mia mano è lì sotto di te. Con due dita, meravigliandomi io stesso della mia destrezza, ti strappo un angolo dei tuoi collant. Tocco i tuoi slip e già sento che lì sotto c’è una temperatura parecchio alta.Raggiungo il tuo clitoride e te lo accarezzo premendoci un po’ su. racconti erotici Faccio piccoli movimenti con le dita e con il polso, riuscendo a suscitare dei sussulti che quasi sempre riesci a contenere, anche con la complicità del tuo giaccone. Di tanto in tanto lascio scivolare un paio di dita nella tua passerotta bagnatissima. Entrano facilmente, il tragitto è ben irrorato e grazie alla posizione riesco anche a raggiungere qualche angolino lontano dentro di te.All’improvviso, mentre sono tutto intento a giocherellare col tuo clitoride strizzato tra indice e pollice, fai un lungo sospiro e mi vieni sulla mano. Ci alziamo cautamente e a passo veloce andiamo verso i bagni. Appena entrati, accosto la mano alle tue labbra per fartela ripulire. Lo fai con gusto e con cura.Penso che tutto sia finito lì. Invece mi indichi la porta della toilette delle donne. Entriamo, chiudi a chiave. Ti liberi alla meglio di gonna, collant e slip e alzi una gamba per consentirmi l’accesso alla tua passerotta. Mi abbasso e la raggiungo con la bocca. E’ ancora bagnatissima, calda, pulsante e filante di umori. Te la ripulisco lentamente, sia all’esterno che sui morbidi bordi interni infilandovi ripetutamente la lingua.Non avrei ancora finito, racconti incesto mamma ma tu ti sposti, mi tendi la mano facendomi alzare e sussurri: “Tocca a me”. Ti inginocchi accovacciandoti, mi abbassi velocemente pantaloni e boxer e tiri fuori il mio uccello. Lo ingoi voracemente. Vedo scomparirlo ogni volta completamente nella tua bocca, e quando lo fai uscire tieni dentro la punta, con la quale giochi a succhiottarla con un eccitante effetto ventosa.Dato tutto ciò che è successo prima, ti vengo in bocca in pochi minuti. Tutto dentro, e tu non sembri affatto volerti ritrarre.Un sorriso, un bacio perchè la lingua che ha dato piacere all’uno si incroci con quella che ha leccato l’altro… e poi torniamo, ricomposti e seriosi, nell’aula, dove il convegno segue lentamente i suoi lavori.
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